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Uno, due, tre...
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«Il binario sembrava morto per davvero: due linee di ferro appoggiate su una massicciata ormai invasa dalle erbacce. Qualche arbusto era riuscito ad attecchire anche fra le traversine e cominciava a rinvigorirsi.»
Otto racconti come otto capitoli di un’unica storia, quella di un vagabondo che vive sui treni e che incontra le storie di altre persone e ne è spettatore. Solo il primo racconto e l’ultimo appartengono alla sua storia: quella di un treno di deportati che finisce su un binario morto perché la guerra è finita e quella della sua tragica fine su un treno sul quale era salito per sbaglio e sul quale prende coscienza del senso della propria esistenza. Tra questi due estremi le storie ordinarie di altre persone: il verificatore della linea ferroviaria che una volta alla settimana percorre una lunga galleria alla ricerca di eventuali danni, il pensionato che passa le proprie mattine alla stazione e guarda la gente arrivare e partire, la donna che raggiunge l’ex marito per definire i dettagli del divorzio, il capotreno che sta per andare in pensione e che accompagna per l’ultima volta un pesante merci attraverso le Alpi, lo studente di logica che si trova inguaiato in una questione di droga e il camionista che perde, in una notte di bufera, il suo veicolo e un collega.
Raccomandato per la traduzione dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia: www.12swissbooks.ch
Armando Dadò editore, Locarno 2012
ISBN: 978-88-8281-294-2