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«Wo ich auch auftauche, geht’s wieder los, Gemurmel, Geflüster um mich und hinter mir her. Wirklich, ich fordere sie anscheinend geradezu heraus. Nun, ich werde nicht schweigen. Und ich werde zunächst, das habe ich diese Nacht beschlossen, die Dinge in aller Ruhe notieren. Jede dieser Stimmen in Ruhe ein bisschen festhalten.»
Il secondo romanzo di Otto F. Walter narra in prima persona la storia del fotografo, vagabondo e ladruncolo Kaspar Tourel. Il protagonista e io narrante siede in una rimessa per barche a Jammers – una cittadina fittizia alle pendici meridionali del Giura che ricorda costantemente Olten e dove sono ambientati anche gli altri suoi romanzi – e racconta le sue storie alle martore, sue uniche ascoltatrici. Ben presto i lettori iniziano a sospettare che gli vengano propinate delle fandonie, in cui non è mai chiaro cosa sia vero o meno. Nel suo racconto Tourel tenta di confutare le dicerie che girano a Jammers sul suo conto. Malgrado il narratore sostenga il contrario, i lettori apprendono che aveva sedotto una ragazza, mettendola incinta per poi abbandonarla, e ora i sensi di colpa lo hanno spinto a tornare a Jammers, dove viene a sapere che la sua amante è morta durante il parto.
Sul piano formale, «Herr Tourel» è senza dubbio il romanzo più audace di Otto F. Walter. L’autore ha elaborato un linguaggio in grado di rendere palesi sia le menzogne di Tourel che le maldicenze del popolino di Jammers. Riesce a riprodurre adeguatamente in particolare il modo di esprimersi dei piccoli commercianti e degli operai di una fabbrica di cemento. Quando venne pubblicato, il romanzo fu in gran parte incompreso. È giunto il momento di riscoprirlo.
(Rudolf Probst, trad. di Paola Gilardi)
Kösel Verlag, München 1962
ISBN: 978-3-312-00424-9