L’io-narrante racconta, in dialetto bernese, la sua vita quotidiana negli anni ’80. Dopo una permanenza in prigione cerca di rifarsi una vita a Schummertal, un paesucolo sperduto. All’inizio l’impresa sembra non essere poi così difficile, dato che il villaggio non è cambiato un granché durante l’anno della sua detenzione per un piccolo delitto legato alla droga. L’osteria di cui è cliente abituale è ancora lì, e c’è ancora il suo adorato «caffè corretto».
Il Goalie trova un lavoro e si innamora di Regula, una cameriera. «In fondo è estremamente bizzarro: conosci una donna da diversi anni e non ci fai caso, ma all’improvviso, perbacco, all’improvviso trovi che abbia un certo non so che.» Il fatto che Regula abbia già un compagno complica le cose; ciononostante accetta di partire con il Goalie per la Spagna.
Malgrado gli sforzi per mantenere la propria vita sulla retta via, il Goalie viene sopraffatto dalle «vecchie storie». A mano a mano intuisce di essere stato imbrogliato da presunti amici dai quali era stato usato come capro espiatorio per una brutta faccenda. Tuttavia, «in fondo per qualcosa
ce l’abbiamo, un passato. Anche se non è del tutto bello come vorrei, ma almeno posso raccontarlo come più mi va.»
(Martin Zingg, traduzione italiana di Paola Gilardi)
Traduzione nel tedesco standard: Der Keeper bin ich. Trad. di Raphael Urweider. Bilgerverlag, Zurich 2012. ISBN 978-3-03762-024-3
Raccomandato per la traduzione dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia: www.12swissbooks.ch
Tradotto da: Simona Sala
Titolo originale: Dr Goalie bin ig (Mundart)
Gabriele Capelli Editore, Mendrisio 2011
ISBN: 978-88-87469-91-2