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«Dann wurde wieder gesungen, wieder und wieder unsere Lieblingslieder, und wir sangen lauthals mit; einer der Sternsinger schlich sich zu meiner Nichte, die mit knallroten Wangen ebenfalls sang: ‹Das Leben ist vergänglich wie die Kopfhaare, ja lasst es uns geniessen.›»
Sotto un noce nano il tempo si è fermato. Baba Rada legge il brutto destino consultando le carte, il morto Antim si nasconde all'interno dell'albero, Ileana si fidanza e il vecchio Barbarossa infine nasconde la testa nel canneto. Nel suo primo romanzo intitolato “Baba Rada”, Dana Grigorcea mette i protagonisti su una scena i cui orizzonti sbiadiscono al bagliore della luce estiva o nel freddo agghiacciante. Il delta del Danubio rumeno, dove è ambientato il libro, è una zona fuori mano in cui sembrano regnare altre leggi. Nel piccolo villaggio, l'arzilla Baba Rada tiene unita la sua famiglia, e vuole richiamare la fortuna per la figlia albina attraverso lo spirito di mirabella e la magia, ma un terrorista misterioso mette tutto sottosopra.
Il romanzo di Dana Grigorcea ci racconta una storia rocambolesca, difficile da definire e con nuove storie in agguato dietro ogni angolo. Le “fantastiche barbarie” si presentano come misto vivace di storie fantastiche, dicerie, furfanterie e una misera grossolanità che conosce la fortuna del mondo solo per sentito dire. A Grigorcea riesce una prosa sfavillante che immerge tutto in una luce dubbia. “Baba Rada” si presenta in immagini estranianti, che coniugano comicità burlesca e precisione e un pizzico di tragicità.
(Beat Mazenauer, trad. di Anna Allenbach)
KaMeRu, Zürich 2011
ISBN: 978-3-906739-67-0