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«Wir haben alles dafür. Ein Museum an Ort und Stelle. Ein echtes Museum. Und echt ist doch eure Hütte. (...) Nur die Löffel müssen wir ersetzen. Die sind aus Plastik. Und das geht nicht. Ein Museum muss stimmen. Unser Museum ist der Blechkultur gewidmet.»
Hugo Loetscher una volta si autodefinì un «portoghese d’acqua dolce». A Lisbona scopre l’estrema sponda del continente europeo e da qui salpa per il Nuovo Mondo. «Il mondo dei miracoli» è il titolo del libro in cui nel 1979 annota i suoi incontri nello stato del Cearà, situato nel nord-est del Brasile. Malgrado la grande povertà, in questa regione il visitatore ‹straniero› trova una gioia di vivere e una vitalità che lo riempiono di stupore. Qui nel nord-est la miseria è dotata di fantasia, scrive l’autore, e proprio in questo consiste il miracolo che gli infonde speranza.
«Il mondo dei miracoli» ha un pendant nel libro dedicato a Los Angeles, che uscì nel 1982 con il titolo «Im Herbst der grossen Orange» [Nell’autunno della grande Arancia]. In sostanza i due libri sono collegati fra loro; il contrasto evidenzia infatti in modo più netto e preciso due mondi antitetici: da un lato la povertà del Brasile, in cui la miseria è all’ordine del giorno e per questo ogni cosa, ad esempio un pezzo di lamiera, ha un valore; dall’altro la ricca California, in cui tutti i sogni possono avverarsi, ma non hanno alcun valore. Cearà è caratterizzata da una vitalità desolata, mentre a Los Angeles impera un’allegra apatia. I due racconti di Loetscher possono essere considerati quasi dei saggi etnografici su due ‹Mondi dei miracoli› ai margini e, posti l’uno accanto all’altro, si leggono come un dialogo confidenziale fra due culture molto diverse fra loro. Senza dubbio il cuore dell’autore batte per il mondo brasiliano dei miracoli, non da ultimo perché riserva dei misteri non ancora commercializzati dall’industria cinematografica.
(Beat Mazenauer, trad. di Paola Gilardi)
Traduzione del titolo: Wunderwelt. Eine brasilianische Begegnung
Casagrande, Bellinzona 2006
ISBN: 8877134607