«Lo straniero nella stalla» è il dilemma centrale e al contempo il motore dell’intero romanzo. Portato in Svizzera per rimuovere il letame, Ambrosio diventa a sua volta un insozzatore dell’(apparente) idillio agreste elvetico. Con la sua semplice presenza di straniero smaschera la Svizzera come una «repubblica delle vacche»: troglodita, provinciale, prigioniera dei propri pregiudizi. Sterchi ricorre a immagini drastiche per descrivere il lavoro dello spagnolo Ambrosio al servizio del contadino Knuchel e in un macello e per confrontare i lettori con il pensiero stereotipato della popolazione. La vicenda vera e propria si svolge nell’arco di una sola giornata, il resto è un flashback di ricordi. Ciò che viene narrato è il culmine del processo produttivo basato sullo sfruttamento, cioè il giorno in cui Ambrosio e Blösch, che nel frattempo è ridotta a una carcassa tutta pelle e ossa, si incontrano al macello.
La problematica dei «Gastarbeiter» nella Svizzera degli anni Sessanta è tuttora di estrema attualità. Ma è soprattutto l’uso linguistico di Sterchi a fare del romanzo una straordinaria esperienza di lettura: un tripudio di dialetto svizzero-tedesco, spezzoni in spagnolo stilizzato ed elementi dell’italiano dei «Gastarbeiter» sprizza scintille nel testo in tedesco standard.
(Christa Baumberger; traduzione italiana di Paola Gilardi)
Diogenes, Zürich 1983
ISBN: 3-257-21341-7