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«Spalancato e scuro per non essere visto l’occhio è tuo, amore – la sua sistole di ciglia mi fa vedere linee aliene, il metro di alberi, le rime del lago costeggiato, l’inizio che è il riflusso di una fine, tuo è lo iato.»
Domina, nelle sei «poesie lunghe» che compongono questa prima raccolta di Bianconi, il respiro narrativo, che innerva versi inquieti in cui l’io-lirico sembra smarrirsi sotto il peso della realtà che si fa parola. Resta tuttavia un gioco di prospettiva, in cui si erge in primo piano la vista, senso privilegiato con il quale registrare e interpretare la realtà. Ne risulta una visione problematica, di cui sono spia i vari giochi ossimorici, soprattutto connessi al chiaroscuro (luce/ombra), le iterazioni spiazzanti, nonché l’ambiguità dei tempi e degli spazi. Anche la varietà dei luoghi e dei personaggi concorre a determinare questo disorientamento generale dell’io-poetico confrontato ad «assecondare il trepestio della storia», puntualizzando che «in una storia di abbandoni e desiderio | si è e si ama il ritorno del ricordo». Attraverso questa impalcatura elastica e polifonica la raccolta sviluppa principalmente riflessioni connesse al rapporto dell’io-lirico con il ricordo, la memoria, la guerra, la scrittura, eccetera, approdando emblematicamente, nel testo che chiude la raccolta, alla donna amata: «Spalancato e scuro per non essere visto | l’occhio è tuo, amore».
Andrea Grassi
Casagrande, Bellinzona 2008
ISBN: 978-88-7713-535-3