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« l'on croit soudain sentir, dans l'air léger, comme un surcroît d'humanité »
Nell’opera di Pierre-Alain Tâche, che copre più di cinquant’anni, il trittico «L'Etat des lieux» (Il sopralluogo) occupa un posto importante. Attraverso un inventario di luoghi, paesaggi, reminiscenze letterarie, artistiche e mitologiche che risuona nei versi, il poeta riattiva la spontaneità della vita fra disincanto, ironia sotterranea e allegria, anche se solo sognata. La nostra presenza nel mondo diventa più manifesta al contatto con opere che se da un lato si allontanano dall’effimero, dall’altro gli conferiscono una durata.
Le poesie di Tâche – spesso mescolate a brevi prose – dal ritmo languido e al contempo teso, rallentano il tempo. In questo trittico nessuno dei tre libri è veramente quello centrale, il primo o l’ultimo. La cronologia, perturbata dalle mille letture possibili che turbinano più che risalire il tempo, cresce in tutte le direzioni.
Malgrado la coscienza di un fallimento che rode un’adesione indefettibile al mondo, il poeta continua a scrivere, a «preservare il canto profondo» «cedendo lentamente il passo» e interrogando anche l’opacità del mondo.
(Françoise Delorme, trad. Roberta Deambrosi)
Traduzione del titolo: Il sopralluogo
Editions Empreintes, Lausanne 1998
ISBN: 2-940133-29-8