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Aglaja Veteranyi

Perché il bambino cuoce nella polenta

«L’ESTERO NON CI CAMBIA. IN TUTTI I PAESI MANGIAMO CON LA BOCCA.»

La madre oscilla appesa per i capelli sotto la cupola del circo. Il padre è un clown, acrobata e bandito – ed è famoso quanto il presidente degli Stati Uniti. La sorella maggiore si esibisce in un numero di giocoleria stando in equilibrio su una gamba del padre. E la sorella più piccola? Osserva con minuzia e racconta. È da lei, infatti, che apprendiamo la storia di questa famiglia circense che porta il proprio spettacolo di paese in paese senza arrivare mai da nessuna parte.
Benché la piccola racconti in modo quasi etereo, il romanzo parla della paura: la paura che la madre possa precipitare al suolo, la paura della morte. Come antidoto contro la paura, la sorella maggiore narra ripetutamente la fiaba del bambino che cuoce nella polenta: «Se hai paura, mettiti il cuore in bocca e sorridi.»
Con «Perché il bambino cuoce nella polenta» Aglaja Veteranyi ha raggiunto la notorietà in modo fulmineo. Il suo romanzo d’esordio ha raccolto i consensi della critica ed è stato tradotto in dodici lingue; è stato inoltre adattato più volte per la scena e nel 2012 ne è stato tratto anche un film.
Aglaja Veteranyi si è tolta la vita nel 2002, poco prima del suo 40esimo compleanno, lasciando un’esigua produzione letteraria: oltre al romanzo, sono state pubblicate postume due raccolte di frammenti in prosa. Tuttavia, la sua opera ha arricchito la letteratura svizzero-tedesca di temi inediti ma soprattutto di una lingua laconica, in grado di trattare le questioni più gravi con eterea leggerezza. Come scrive Peter Bichsel in maniera calzante: «L’estrema precisione linguistica della Veteranyi lascia a bocca aperta. (...) Per me è una delle scoperte più importanti degli ultimi anni.»

(Christa Baumberger; traduzione italiana di Paola Gilardi)

Traduzione del titolo: Warum das Kind in der Polenta kocht

L. Tufani, Ferrara 2005

ISBN: 88-86780-53-2

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